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Il 13 luglio, con la sentenza nella causa C-106/22 | Xella Magyarország, la Corte di giustizia europea si è pronunciata per la prima volta sulla compatibilità con il diritto dell’Unione dei meccanismi di controllo sugli investimenti esteri diretti oggi presenti in larga parte degli Stati membri con specifico riferimento alla disciplina ungherese.
La Corte di giustizia ha chiarito che laddove nell’operazione di investimento siano coinvolte società dell’Unione la questione deve essere affrontata in base all’articolo 54 del Trattato FUE sulla libertà di stabilimento e che gli Stati membri non possono invocare tra i motivi di ordine pubblico e di sicurezza che eccezionalmente ne giustificano una limitazione fini puramente economici.
I Professionisti Chiomenti hanno analizzato nel dettaglio la pronuncia che riafferma con vigore i pilastri della costruzione europea e i fondamenti del libero mercato.