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Capital Markets Day
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Capital Markets Day

Mercato finanziario tra innovazione e competitività, public equity e public debt versus private capital, sostenibilità come elemento di attrazione dei capitali e competitività del mercato equity: sono questi i principali temi di dibattito che hanno animato il Capital Markets Day svoltosi l'8 febbraio scorso nell'Auditorium Verdi 4 della sede Chiomenti di Milano.

In uno scenario in cui le regolamentazioni ricoprono un ruolo sempre più consistente nel definire evoluzioni e cambiamenti su scala globale, promuovere un confronto con (e tra) i rappresentanti delle maggiori istituzioni economico-finanziarie consolida il focus di settore dello Studio e ne rinnova l'impegno a favorire lo scambio di competenze e know-how tra esperti e operatori specializzati.

«Oggi assistiamo a un sostanziale problema di concorrenza tra public e private equity che non riguarda soltanto l'Italia ma tutto il mondo - ha spiegato Massimo Belcredi dell'Università Cattolica del Sacro Cuore - e diventa difficile sottrarvisi, tanto più in quei Paesi dove i mercati sono più piccoli e meno sofisticati». In particolare, secondo Marco Maugeri dell'Università Europea di Roma e Partner Chiomenti, la situazione del mercato italiano è ulteriormente aggravata dall'applicazione delle norme: che i giudici applichino il divieto di patto leonino alle operazioni di private equity e venture capital è inconcepibile per altri contesti internazionali.

Va aggiunto, come ha sottolineato nel suo contributo Guglielmina Onofri della Consob, che in Italia c'è anche una forte avversione culturale al concetto di rischio, non c'è fiducia negli operatori finanziari e solo il 50% della popolazione conosce la nozione di diversificazione degli investimenti. «La differenza sostanziale è l'esigenza dell'impresa - ha spiegato Manfredi Vianini Tolomei, Partner Chiomenti - se ha bisogno di un socio forte che l'aiuti ad espandersi sui mercati stranieri è meglio la private equity; se ha gli strumenti per farcela da sola e ritiene di aver bisogno di un supporto più fluido, la scelta migliore è quella della Borsa».

La regolamentazione e la mancanza di informazioni sono un nodo sensibile anche in materia di sostenibilità. Secondo Federica Sartori di BNP Paribas, le sfide che il mercato si trova ad affrontare sono principalmente tre: trasparenza, comunicazione e reportistica. In questo, nella visione di Benedetto La Russa, Partner Chiomenti, il regolamento europeo dei green bond è un punto d'arrivo per limitare non soltanto il rischio di frammentazione dei mercati ma anche quello di greenwashing, dove la difficoltà è quella di individuare la violazione trattandosi di un'attività i cui effetti non sono visibili o riconoscibili nell'immediato.

Per concludere, è importante che in Italia si crei un enviroment nel quale possano svilupparsi imprese più grandi che si quotino, e che gli azionisti abbiano un coinvolgimento maggiore nelle scelte aziendali. È quanto sostenuto da Gianpaolo Alessandro di Unicredit nel suo discorso di chiusura, a cui ha fatto eco Italo De Santis, Partner Chiomenti: «È auspicabile che ci sia un coordinamento generale, coerenza tra le varie riforme in corso, e un momento di consultazione ampio tra tutti gli stakeholders perché solo così le riforme sono realmente meditate».